Taylor parla di "1989" a GrammyPro

La celebre cantautrice americana Taylor Swift, proprio ieri ha rilasciato una video-intervista a “GrammyPro”, dove lei ha raccontato la storia dietro ogni suo album e come sono nati, per soffermarsi poi sul suo best-seller 1989, suo primo vero album pop.







Prima di soffermarsi su 1989, Taylor parla anche di “RED”.



Racconta che è stato un grande esperimento, che ha chiamato Max Martin non per avere una hit facile ma perché era davvero curiosa di sapere come fosse lavorare con Max Martin, “ero spaventata, ma non troppo…ero così eccitata di conoscerlo e vedere come fosse lavorare con lui”.

Definisce RED una parte fondamentale della sua carriera e sopratutto, parte fondamentale, che è andata poi a formare quello che è ora 1989.

Taylor racconta come si è sentita dopo la notte dei Grammy, in camera sua, dopo essere tornata dalla premiazione senza niente in mano, senza “Album Of The Year”. Lei racconta che era quasi sicura di vincere il premio perché credeva davvero tanto in quell'album; Ci racconta che tornata a casa ha pianto e si è svegliata alle 4 di notte con tante idee in mente per il prossimo album. Sapeva già che si sarebbe chiamato 1989, che sarebbe stato un album con un sound coeso (che, secondo lei ha penalizzato RED) e che sarebbe stato impregnato da musica anni ottanta.



Nel parlare di 1989 ci racconta come è nato, ci racconta che la mattina dopo la sera dei Grammy aveva già ingaggiato Max Martine e Sheelback per produrre insieme a lei il suo quinto album.

Ha spiegato che ha scritto lei tutte le canzoni di 1989, e i co-writer presenti nei crediti l’hanno aiutata a rendere il testo il più armonioso possibile con la base.



Taylor ha esaminato cinque brani di 1989 (i suoi preferiti) e ha spiegato come sono nati:



BLANK SPACE: Blank Space è una canzone molto sentita -dice Taylor- è una canzone di rivincita, una presa in giro verso tutte le persone che l’hanno fatta passare per quella che non era.

Ha trovato geniale il fatto di scrivere una canzone come se a cantarla fosse “La Taylor Swift Dei Media” e quindi ha scritto questo pezzo.



OUT OF THE WOODS: è stata la prima canzone in assoluto che Taylor ha scritto sopra una base già esistente.

Antonoff mandò la base senza testo a Swift, che lo scrisse in poco più di 30 minuti. La canzone è in pieno stile pop anni ottanta; infatti, Antonoff spiega che per creare la base ha usato due strumenti prettamente di quell'epoca: la tastiera elettronica Yamaha DX7 e il sintetizzatore Minimoog Voyager.



" Out of the Woods è una delle mie canzoni preferite in quest'album perché uno degli obiettivi che mi ero prefissata quando volevo fare quest'album, è il fatto che volevo essere sicura che queste canzoni suonassero esattamente come suonavano le emozioni quando le ho provate. Questa canzone è sulla delicatezza e sulla natura fragile di alcune relazioni. Questa è su una relazione che vivevo giorno per giorno, chiedendomi dove stesse andando, se stesse andando da qualche parte o se dovesse finire il giorno dopo. Era una relazione in cui non ti senti davvero su un terreno sicuro e questo tipo di sentimento porta emozione, ma anche estrema ansia e una sorta di confuso sentimento frenetico, domande infinite. E questa canzone suona esattamente come questo sentimento frenetico di ansia e di domandarsi sempre. Ma sottolinea anche che se una relazione è delicata e fragile e piena di ansia, non significa che non valga la pena e che non sia emozionante e bella e tutte le cose che cerchiamo."



I KNOW PLACES: Taylor è molto fiera di questa canzone. Ci dice che è stata scritta da lei nel bel mezzo della notte, parla di una relazione non al sicuro, sempre sotto i riflettori, una relazione non semplice, ecco.

Taylor l’ha suonata per la prima volta con il piano, e suona proprio come una relazione non sicura, con queste atmosfere cupe che crea la base e la voce di Taylor che si adatta benissimo.

Nel testo ci sono molte metafore, tra cui la bellissima frase -Loro sono i cacciatori e noi siamo le volpi, e scappiamo via-.



CLEAN: Taylor racconta che aveva un idea in testa, una metafora molto profonda. Lei vedeva il doversi riprendere da una rottura, o dalla perdita di una persona cara come quando una persona ha un'astinenza da qualcosa. Deve smettere per poi ritornare “Clean” (pulito, o sobrio).

Immaginava questa ragazza in una stanza vuota con dentro solo ricordi della sua relazione, e immaginava questa ragazza dare un pugno al soffitto così che tutta la tempesta di portasse via ogni ricordo e il mattino dopo tutto era sparito.

La base è stata prodotta da Imogen Heap, con degli strumenti molto particolari e inusuali (sono stati utilizzati per richiamare frasi provenienti dal testo).



SHAKE IT OFF: Taylor enuncia questa canzone come un inno ad un cambiamento avvenuto dagli ultimi tre anni a qui, ora lei non da più retta alle critiche e va avanti.

Aveva questo testo ma non sapeva come farlo suonare, voleva fosse una canzone acustica però con l’aiuto di Shallback ha creato un ritmo davvero incalzate e catchy che ha reso la canzone un vero successo.

Taylor racconta che all'inizio era spaventata di farla suonare così pop, non era in cerca di una hit -dice- voleva solo far capire che oramai le critiche non la feriscono più come una volta.

Nella parte finale, si possono sentire le voci di Taylor, Max e Shellback mentre cantano il brano.



Potete vedere i video della chiacchierata  QUI.


Pubblicato da LORE


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